Come avviene, nella pratica, la remunerazione dei sacerdoti?
La cosa è abbastanza semplice: la Conferenza Episcopale Italiana stabilisce una soglia di reddito che ogni presbitero deve poter ricevere.
Al raggiungimento di questo livello contribuisce qualsiasi entrata: insegnamento o incarichi speciali presso Enti, come ospedali, caserme e altro.
Ogni anno il Sacerdote comunica all’Istituto locale competente questi redditi, che vengono trasmessi all’Istituto Centrale.
Quest’ultimo, verificata la situazione reddituale, se necessario, integra il reddito con un contributo che permette al Sacerdote il raggiungimento della soglia CEI. Viene così assicurata a ciascuno dei sacerdoti diocesani una remunerazione complessiva che attualmente può variare da un minimo di 1.028,80 ad un massimo di 1.941,86 euro lordi mensili per 12 mensilità.
La riforma del sostentamento del Clero ha rappresentato un coraggioso e salutare "ritorno alle origini" della primissima Chiesa, quando erano i fedeli stessi a provvedere al mantenimento dei propri pastori permettendogli di occuparsi esclusivamente della loro missione pastorale.